Descrizione
Il Sasso di Petorsola: monumento magico del Monte Amiata
Si tratta di una rupe solitaria (un masso di diorite, utilizzato in passato per l’estrazione del rame e per questo conosciuto anche come "Pietra Rossa"), situata a circa un chilometro dai villaggi di Borgo e Montecatino, al confine tra il fiume Fiora e il fosso Formica, a un'altitudine compresa tra 575 e 610 metri s.l.m.
Il nome del masso potrebbe derivare da Petru(o)zzola, ovvero "piccola pietra", un riferimento alla sua vicinanza con il Monte Amiata, composto da rocce simili, come la trachite, e la vicina area di Santa Fiora. Tuttavia, esiste anche un'altra possibile origine latina: "solitaria", e un'altra ancora collegata alla parola longobarda pitursella, che significa "ciuffo di prezzemolo", associata a credenze popolari.
L'importanza della rupe è anche legata alle storie tramandate nel folclore locale. Secondo la leggenda, la Petorsola era una fata, o forse una strega, che abitava in un castello nei pressi del masso. Aveva una figlia, ma la loro riservatezza suscitava l’antipatia delle donne del paese, che decisero di provocarla. Organizzarono quindi un inganno crudele: durante una delle solite occasioni per infornare il pane, finsero di voler cuocere insieme a questo anche la figlia della Petorsola. La fata reagì furiosamente, trasformando tutti gli abitanti del paese in pietra con un incantesimo.
Dopo questo evento, le fate o streghe si sarebbero trasformate in gatti, intenti ad agitare le code dei cavalli locali senza sosta. Per proteggersi dalle loro interferenze, si iniziò a legare un rametto di ginepro con un nastro rosso sulle criniere degli animali.
In conclusione, la Petorsola rappresenta un simbolo ricco di significato per la comunità locale, unendo elementi di superstizione e tradizione. Il forno, simbolo del lavoro delle donne di Santa Fiora, rimane un'icona della sopravvivenza culturale e identitaria del paese.